Musica accessibile a scuola
Quando si parla di STEM Education, ci teniamo a sottolineare che dovrebbe essere compresa nell’acronimo anche la parola Arte (STEAM Education), che include le arti figurative (pittura e scultura) e la musica.
Musica e tecnologia
La musica elettronica esiste ormai da moltissimo tempo, anche da più tempo di quello che comunemente si pensa (ovvero dagli anni Settanta con la musica elettro-pop). Sono del secondo dopoguerra i primi studi – e i conseguenti esperimenti – con la musica elettroacustica (registrata su nastro).
L’evoluzione delle tecnologie ha avuto e sta avendo un forte impatto anche in questo settore, ampliando enormemente le possibilità per i musicisti professionisti e abbassando le barriere di accessibilità economica e tecnica per i principianti e gli appassionati.

Musica elettronica a scuola
Nel nostro lavoro con le scuole stiamo osservando un crescente interesse nell’uso delle nuove tecnologie in ambito musicale, in particolare per realizzare esperienze di didattica musicale inclusiva.
Le tecnologie della personal fabrication, unite ad un approccio DIY (“do it yourself” o “fai da te”), danno l’opportunità di rendere la musica accessibile e di superare il concetto di “ausilio”, per accogliere quello di adattamento.
Con esse, cioè, si ha la possibilità di modificare, hackerare e personalizzare un oggetto esistente (ad esempio un midi controller) per renderlo utilizzabile da un alunno con bisogni speciali, abbandonando la pratica di acquistare costosi ausili per “disabili”, non sempre interfacciabili con i dispositivi hardware e software che la scuola ha già a disposizione.

Musica accessibile
Mediante midi controllers personalizzati, collegati ad un computer/dispositivo mobile su cui è installato un software per la musica elettronica, non solo è possibile attivare un’output musicale, ma soprattutto è possible “fare musica” in modi diversi e anche più coinvolgenti rispetto a quello che si può fare con i tradizionali strumenti analogici, che, spesso, vincolano l’utilizzatore con limitazioni fisiche o cognitive a produrre i suoni delle percussioni (tamburi, piatti…) o la singola nota dello strumento (come per i tasti del pianoforte).
La musica elettronica offre innumerevoli possibilità, sia negli input utilizzabili (joystick, pulsanti, sensori di pressione o di soffio, sistemi di eye-tracking, sistemi che rilevano i movimenti corporei), che negli output ottenibili (paesaggi sonori, suoni percussivi, sottofondi musicali, distorsioni della voce…), che, tra l’altro possono essere associati a feedback visivi, come immagini, video, colori, che aiutano nel processo cognitivo di relazione causa-effetto.

Le possibilità di modifica e hackeraggio offerte da un approccio DIY e dalle tecnologie maker sono talmente ampie e variabili da poter essere destinate sia a bambini e ragazzi con disabilità di tipo evolutivo, che a musicisti professionisti con patologie acquisite che impediscono il regolare svolgimento della professione.
Se volete approfondire questo argomento, leggetevi questo interessante articolo a cui ci siamo ispirati.
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